lunedì 12 giugno 2017

Friuli 2: Dopo il terremoto


Il pan de sorc

Le mura di Venzone
Con ancora le nari ingolfate di profumi davvero deliziosi, lasciamo San Daniele del Friuli, (che il cielo benedica i suoi abitanti impegnati a produrre tanta delizia e, come diciamo in Piemonte, i crìn che collaborano obtorto collo), per scoprire altri aspetti di questo paesaggio senza pari. Non si può dimenticare che queste zone furono totalmente devastate dal terremoto del 1976 che pur non essendo di violenza estrema (6,4 della scala Richter e successive scosse del 5,9), distrusse la maggior parte delle vecchie case, ancora in cattivo stato a causa dei danni di guerra di alcuni paesi con migliaia di morti, mentre le case di nuova costruzione (ad esempio a San Daniele), furono in parte risparmiate. La ricostruzione è un fenomeno interessante da esaminare, al di là della faciloneria populista. Intanto furono stanziati una marea di soldi (attorno ai 30.000 miliardi di lire), disponibili immediatamente, ma la cosa più risolutiva e su cui bisognerebbe meditare, fu che al Commissario straordinario Zamberletti, furono assegnati poteri assoluti che potevano prevaricare e superare qualsiasi legge esistente al momento. A sua volta il commissario rigirò questo enorme potere ad ogni singolo sindaco che poté agire quindi senza avere come si dice le mani legate. Ad esempio in un paese col centro storico devastato, il sindaco espropriò tutte le case e le ricostruì motu proprio, riconsegnandole al termine dell'intervento (ovviamente non senza seguito di contenziosi in alcuni casi protrattisi fino ai giorni nostri). 

Una via di Venzone
Pensate un po' se si fossero utilizzati questi criteri oggi, quale canea di populismo barricadero si sarebbe scatenata con i TAR intasati dalle cause e da accuse e controaccuse di furti e corruttele. Insomma se vuoi fare le cose in maniera perfetta a regola di legge, non fai niente e comunque per la ricostruzione del 90% ci vollero comunque 10 anni, seguendo la regola, prima le fabbriche, poi le case e infine le chiese. Quindi il sistema pare funzionale, come testimoniavano i romani con l'istituzione del Condottiero con poteri assoluti, anche se a termine. Per i monumenti si usò il metodo dell'anastilosi, raccogliendo e numerando ogni pietra rimasta e rimettendola al suo posto originale, sistema che fece scuola per gli eventi successivi. Insomma camminare oggi per le strade di Gemona o di Venzone che erano stati segnalati come "rasi al suolo", ti convince che in fondo se c'è il grano, la buona volontà e non soltanto la voglia di contestare quelli che operano, tutto si può fare, non in tempi biblici, ma neppure in pochi minuti come i "sempre contro" pretenderebbero e senza "no tutto" tra i piedi ad impedire ogni azione. Piove forte e le stradine del centro di Venzone sono quasi deserte, tali da rendere difficile, in assenza di simboli e segnali, avere una sensazione temporale. Non ci sono neppure auto parcheggiate per capire in che anno siamo. 

S. Andrea
Forse è oggi, forse allora più di quaranta anni fa, il giorno prima che l'orco nella natura matrigna si scatenasse per prendersi più vite possibili, quasi per cercare di cancellare una presenza fastidiosa, che invece a poco a poco, con costanza ha riaffermato la sua presenza senza permettere a nessuno di frapporsi alla sua volontà di ricostruire comunque e pervicacemente affermare la propria presenza insindacabile. Le vie strette e contorte portano alla chiesa rimessa in piedi pietra su pietra, nuove e antiche allo stesso tempo, quasi non sai interpretare questa sensazione. Solo le parti ancora sbrecciate, le statue monche, gli affreschi di cui sono rimasti solo i minuscoli frammenti incollati alla grande parete muta, stanno lì a raccontare i fatti accaduti.  All'interno, sotto l'abside su cui ancora vedi i rigonfiamenti e le crepe, puoi fermarti a cercare di comprendere come l'uomo sia piccolo e debolissimo e allo stesso tempo così forte e determinato a non soccombere. Una visita imperdibile quindi per rimarcare soprattutto queste sensazioni, oltre che naturalmente la bellezza dei luoghi. 

La piazza di Venzone
Rimane il tempo per fermarsi un poco al Molino Cocconi ad Ospedaletto, una interessante struttura parte dell'operazione Ecomuseo delle acque che comprende innumerevoli percorsi di visita ed attività naturalistiche nella zona. Una struttura privata che è stata concessa, con tutte le antiche macchine molitorie che contiene, per offrire al pubblico ed alle scuole, una visuale completa di come un tempo funzionavano le economie locali e le attività produttive legate all'agricoltura ed al territorio. Anche se viene posta particolare enfasi sugli aspetti della esaltazione del buon tempo antico (cosa che come sapete non mi garba particolarmente) è tuttavia molto interessante visualizzare il funzionamento di un sistema che ha tenuto in piedi una economia per secoli. Le curiosità, come la riscoperta del pan de sorc, una antica panificazione che utilizzava farine di segale, di frumento e di mais cinquantino, fanno parte della accattivante presentazione, appagando la nostra voglia di c'era una volta, quando si stava così bene e si moriva a cinquant'anni. Ma l'importante è la sensazione di caldo benessere che comunque questi luoghi ti comunicano. Il letto secco del Tagliamento si fa traversare senza acredine. Questa terra è piena di piacevolezza infinite anche se un po' rude e severa.

Un cortile

SURVIVAL KIT

Molino Cocconi - Ospedaletto Gemona - Sempre aperto con molte visite scolastiche con cui si può concordare attività come il fare il pane. Spiegazioni appassionate ed interessanti. Due macchine molitorie a mola di pietra e a rulli, che hanno funzionato fino a pochi decenni fa. E' l'unico molino rimasto a Gemona dopo il terremoto. Fa parte dell'ampio sistema dell'Ecomuseo delle acque. Merita una sosta.

La cappella delle mummie
Hotel Costantini - Via Pontebbana 12, Collalto di Tarcento - 75 €. la doppia con colazione, in linea con le altre strutture della zona. Un tre stelle carino e ben dotato, ottimo per una sosta da cui visitare i paesi circostanti. Camere non grandi, ma pulite, con frigo, TV, cassaforte, AC, free wifi. Dotazioni bagno standard, ma imperdonabile l'asse del water che non sta sollevato per errore di posizionamento della distanza dello stesso dal muro. E' una cosa a cui sono sensibile. Colazione basica standard. Abbiamo cenato lì. Qualità valida e anche di una certa ricercatezza pur essendo preparata per un gruppo di 28 persone, cosa che di solito abbassa la qualità. Unico neo: è situato fuori dall'abitato e quindi non si possono fare due passi dopo cena. Meglio le camere non sulla strada, ma comunque abbastanza silenzioso.

Venzone - Più piccolino di Gemona, tra i borghi più belli d'Italia, è uno dei punti dove è più evidente l'opera di ricostruzione. All'interno della piccola cerchia di mura, potrete fare una rapida passeggiata in centro, sulla piazza centrale e visitare il piccolo museo del terremoto. Bellissimo il duomo di S. Andrea, ricostruito con la pazienza  di un puzzle pietra su pietra. Se volete vedere le mummie esposte nell'antistante cappella, munitevi di apposito gettone da 1,5 € per accedervi tramite tornello, in vendita nei vari negozi del centro.



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