venerdì 1 giugno 2012

Eufemismi e volgarità.



Quando una cultura si volge ad una fase di decadenza, spesso vede un rinvigorirsi di tendenze conservative e di incremento del sottinteso al contrario di quando succede con la vitalità barbara che ama la chiarezza dell'espressione se pur spesso sopra le righe. In Cina il prevalere della filosofia confuciana, rigida e regolata che  pretende un forte controllo formale sulle pulsioni, si è sempre accompagnata a periodi in cui il paese ha visto progressivamente spegnersi la sua influenza e la sua importanza nell'area. L' ultima dinastia, quella Manciù denominata Qing, subentrata ai Ming nel 1644 e terminata con il famoso ultimo imperatore nel 1911, ne è stato un esempio calzante. In questo periodo la Cina non è mai stata tanto confuciana come nel resto della sua storia ed a poco a poco si cominciò a considerare volgare ogni cosa in cui avesse prevalenza il lato fisico. Nella letteratura e nelle arti figurative si cominciò a sorvolare sulla fisicità dell'amore, scomparì il nudo come soggetto e ci si compiacque di figure illanguidite e di descrizioni dell'amore puramente letterario e platonico, potremmo addirittura dire stilnovistico. I giovani provavano sentimenti per ragazze descritte nelle poesie, gli innamorati erano delicati e ipersensibili, cadendo ammalati alla minima contrarietà. Le fanciulle avevano sempre il viso pallido e illuminato da lieto stupore, le spalle spioventi, le mani affusolate e ovviamente gli innamorati letterari morivano tutti giovani rapiti da morbi fatali. 

Ogni simbologia erotica viene trasposta soprattutto nel linguaggio. In un dipinto dell'epoca due giovani osservano il giardino con espressione innocente e sognatrice, ma piccolissimi in un angolo del quadro, seminascosti dal fogliame, due insetti si accoppiano. Ecco un'opera considerata estremamente audace e scandalosa. Ma l'artista non sa resistere all'affrontare il soggetto erotico; ecco dunque il fiorire di trasposizioni che sono rimaste ben fissate nella cultura cinese. Dunque le fanciulle sono raffigurate mentre ricamano strisce di seta e gli uomini intenti ad intingere il pennello da scrittura nel calamaio della china, mentre la bella è pudicamente seduta al loro fianco. Due gesti che sono stati trasferiti al linguaggio simbolico che negli ultimi trecento anni hanno dipinto l'atto sessuale con il "ricamare" da parte della donna e "intingere il pennello" da parte maschile. A poco a poco queste espressioni si sono modificate anche nel linguaggio moderno come rileva Lin Yu Tang, scrittore cinese che andava per la maggiore durante la mia gioventù, valendosi di simbolismi più moderni e recenti come come ascoltare la radio o fare le iniezioni. Diceva questo famoso autore dell' Importanza di vivere: La società può esistere solo sulla base di cortesi bugie a patto che nessuno dica esattamente ciò che pensa. Poi, però, non turbiamoci troppo, alla fine la vena taotista prevale sempre dietro il paravento.


Refoli spiranti da:  C. Leed - Storia dell'amore in Cina - SEA -1966
Lin Yu Tang - The importance of living - 1937


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2 commenti:

Blogaventura ha detto...

Il compromesso è la base della società. Noi in Sardegna diciamo "centus concas centus berrittas" ovvero cento teste cento berretti... ecco perchè, alla fine della giostra, è sempre difficile trovare un modus vivendi comune e le mezze parole, il detto e non detto diventano il sistema per smussare gli angoli ed evitare i contrasti. Un salutone, Fabio

Enrico Bo ha detto...

@Bloga - Certo da quelle parti non hanno mai avuto l'arte della schiettezza. Viva la Sardegna, per lo meno siete riusciti ad abolire 4 province.!!!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!