lunedì 26 febbraio 2018

Maldive 9 - Malé


Frutti strani


L'isola aeroporto

Bene, bisogna seppure con rincrescimento partire. Tornare a casa. Di prima mattina, valigino settimanale pronto alla mano, proseguire nella macchina organizzativa che prevede molo, barca con stuolo di serventi che esibiscono cartelli di ringraziamento e di Tornate presto, vi aspettiamo il prossimo anno e cose di questo genere. Poi la mesta via del ritorno, barchino, voletto interno e sbarco all'isolotto davanti a Malé ad attendere il volo finale. Però con astuzia mi ero organizzato una scaletta che prevedeva il balzo finale a tarda sera, per cui, invece di usufruire queste molte ore per un ulteriore ammollamento nella laguna blu, ho preferito avere l'opportunità di dare un'occhiata da vicino alla capitale. Magari per cercare di capire cosa sia davvero questa Repubblica delle Maldive, visto che gli atolli dei resort sono tutt'altro che frammenti che rappresentano il paese. La vita dei turisti non ha niente a che vedere con la vita reale del paese, si tratta di un luogo tutto sommato virtuale che il paese stesso vuole tenere ben separato dal resto, sia per motivazioni etico religiose, che economico politiche, sia per non mischiare due stili di vita così diversi che potrebbero in generare problematiche imitative sul fronte della libera espressione e altre piacevolezze di questo genere. 

Per le strade di Malé
Non dobbiamo dimenticare infatti che le Maldive sono uno stato confessionale mussulmano, anche piuttosto estremizzato secondo i nostri canoni e che hanno avuto il maggior numero in percentuale di foreing fighters tra i combattenti dell'Isis, circa 200, anche se siamo d'accordo che gli abitanti totali registrati sono soltanto 350.000, quelli di una nostra media città o una piccolissima città della vicina India. Tanto per informazione, nel paese non esiste la libertà di culto e l'unica religione professabile è l'Islam sunnita (anche se esiste una piccolissima minoranza di indiani sciiti trasferitisi nella capitale  all'inizio del 900. I non islamici non possono ottenere la cittadinanza maldiviana. Neall'arcipelago infatti non sono presenti templi di nessuna altra religione. Pertanto al di fuori dei resort, zona praticamente extra territoriale, sono vietati l'uso di alcool birra inclusa, i costumi da bagno e il sesso extramatrimoniale, sapevatelo. Quindi l'occasione per vedere da vicino la realtà è assai ghiotta visto che l'isolotto di Ulhule, simile ad una portaerei in mezzo al mare, occupato interamente dall'aeroporto è a soli duecento metri dall'isola di Malé dove sorge la capitale. Qui fervono i lavori per la costruzione di un tunnel che colleghi le due isole, naturalmente a cura dei cinesi che hanno forti interessi a mettere basi in questo punto geopoliticamente importante dell'oceano indiano. 

Maldiviano tipo
Nel frattempo si può fare il breve tragitto in una decina di minuti tramite la fitta rete di ferry che vanno avanti ed indietro nella laguna. La città che ti sta di fronte con i suoi circa 100.000 abitanti, occupa per intero fino all'estremo della riva, il chilometro quadrato che costituisce l'isola rendendola uno degli spazi più densamente abitati del mondo e appare subito vivace e piena di fervore e attivismo. Purtroppo non siamo accompagnati dalla fortuna e la classica nuvola nera fantozziana ci segue con fervore vomitandoci in testa una pioggerellina insistente e fastidiosa. Il ferry è sempre pieno e qui noti subito la differenza della vita reale da quella finta dei resort. La gente stessa è molto diversa, un poco più ingrugnita, più tracagnotta e assai grassoccia, con capelli crespi e folti, che molti uomini portano lunghi e riccioluti. La presenza di barbacce salafite incolte è statisticamente importante negli uomini mentre l'hijab pare essere la regola per le donne. Nelle strette stradine c'è un traffico continuamente ingorgato di motocicli e di qualche macchina che blocca i passaggi, avverti una densità abitativa davvero pesante. Sul lungomare si assiepano le costruzioni più moderne quasi tutte legate all'attività preminente delle isole, quella del turismo e quella della pesca, assieme agli edifici dell'amministrazione. Sul mare vicino al porto, anch'esso molto ingorgato di natanti di tutte le specie, ci sono due edifici interessanti in cui buttare l'occhio, il mercato del pesce e quello della frutta, che rappresentano le altre attività dell'arcipelago. 

Tonni
Nel primo arrivi subito attirato dall'odore, come sempre molto forte e penetrante, dato soprattutto dalla forte presenza di banchi di pesce secco di ogni genere offerto sia al pubblico minuto che all'ingrosso. La parte più interessante è data dall'attività del trancio dei tonni, la cui lavorazione è a vista tra i vari banchi che ne offrono tagli di ogni tipo. Poi in giro trovi tutto il pescabile attorno alle isole, barracuda, marlin, squaletti, inclusa la vasta gamma di ghiotti crostacei. Nel vicino capannone dedicato a frutta e verdura c'è la solita ghiotta esposizione di frutta tropicale in cui banane di ogni tipo e ananas la fanno da padrone, ma come ovvio, c'è anche una larga fetta, oltre ai consueti manghi, papaye, pomeli, durian puzzolenti e litchi, di frutti strani e mai visti come una curiosa e colossale pigna che ho visto in giro essere prodotta da una specie di palma, i cui frutti alquanto legnosi esternamente, si staccano ad uno ad uno da un rachide centrale e che probabilmente contengono un anima gelatinosa e dolce. Insomma la solita ricchezza tropicale che ingolosisce l'occidentale. Scarse invece le verdure. Cercando riparo dalla pioggia facciamo un poco di strada nelle viuzze interne a partire da dietro il palazzo del sultano e del nuovo grande centro islamico antistante ad una delle pochissime piazzette presenti in città. 

Lamoschea
Lo spazio utile è pochissimo e si evita di sprecarlo evidentemente. Ci sono anche un paio di antiche moschee, dove anche da fuori puoi apprezzare il via vai e le attività connesse. Insomma direi che vale la pena respirare la vita reale e direi orientalmente caotica di questo paese, almeno per qualche ora, proprio per constatare quanto sia diverso dall'atmosfera di facciata esterna dei villaggi turistici. Ritengo che la stessa cosa, anche se un po' meno affannata si viva negli isolotti, circa 200, abitati dai locali, dove ora sono stati dati i permessi di aprire locali e alberghetti rivolti ad un turismo più ruspante, ovviamente molto meno costosi e forse più realistici per chi vuole avere un contatto diretto, anche se meno dorato, del paese. Tuttavia bisogna ricordare che il paese ha già visto plurimi colpi di stato e disordini vari e che da qualche settimana si sono nuovamente verificati movimenti di protesta piuttosto importanti con cortei nelle vie della capitale stroncati dalla polizia, che hanno fatto parlare di tentativo di rovesciare il governo in carica. La situazione insomma, anche se i turisti nelle isole non lo avvertono, non è tranquillissima per la vita politica del paese, ovviamente minata dalle controversie religiose che attraversano il medioriente. Vi ricordo che pur essendo una repubblica parlamentare, il capo di stato è anche capo dell'esercito e massima autorità religiosa del paese. Insomma nelle isole felici, molte grane bollono in pentola, tanto per cambiare. Alla fine però, le chiacchiere vanno a zero e viene l'ora di riprendere il ferry per attraversare il braccio di mare e tornare all'aeroporto. Il grande uccello volante aspetta che la sua pancia sia riempita di gitanti che tornano a casa. Anche questa è fatta.

Il parcheggio dei motorini


SURVIVAL KIT

Lavorazione del tonno
Malé - E' la capitale dell'arcipelago e merita una visita di almeno mezza giornata. Conviene approfittare del fatto che i voli di ritorno sono in genere alla sera, mentre le camere vanno lasciate al mattino. All'aeroporto internazionale c'è un comodo servizio per lasciare i bagagli (6$ a valigia), Poi appena usciti dall'aeroporto c'è l'imbarcadero dei ferry per attraversare il braccio di mare per l'isola di Malè (1 $ a tratta). Non vi serviranno soldi maldiviani perché tutti accettano i dollari, anche nei bar e ristoranti o nei negozietti di souvenir. Subito vicino all'arrivo del ferry, da vedere i due mercati del pesce e della frutta, sono due capannoni sul mare. Poi fate un giro passeggiando nelle vie interne. Portatevi dietro la mappa della città che si trova facilmente su internet. Da vedere, il palazzo del sultano, le due moschee antiche, eventualmente il museo, poi è interessante girolare per le vie interne a vedere la vita che scorre. 




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