giovedì 8 ottobre 2015

Umbria 7: Todi e Orvieto


Orvieto - Il Duomo

Todi - Piazza del Popolo
Eccoci a Todi, città di respiro più ampio anche se di fondo mantiene tutte le caratteristiche e le suggestioni di quanto vi ho già raccontato nei post precedenti. Anche qui balconate, chiese, facciate di palazzi e piazze. Più ariose, meno raccolte, dove ti puoi sedere ad un tavolino e rimanere a guardare la vita che ti scorre accanto con lo sfondo della nostra storia medioevale che fa da quinta a ravvivare la memoria. Pezzi come la tomba di Jacopone o gli affreschi di Masolino, tanta roba insomma, ma come sempre, inutile star qui ad allungare il brodo, meglio cercare qualche posticino per celebrare il connubio tra arte, storia e cibo, per poter andare a dormire tranquilli di avere speso bene il proprio tempo. Questo dovrebbe essere il nostro assillo man mano che il tempo passa e ne fa rimanere sempre quantità minori. Dedicare allora sempre meno tempo (e spazio) a nuove cose da avere e sempre di più a trovare sensazioni, sentimenti, emozioni. Ad imparare cose nuove; aùn aprendo, sempre imparo, è il titolo di un bel disegno di Goya che raffigura un grande vecchio con la barba fino ai piedi che si appoggia ad un bastone, che ho visto una volta esposto in un reparto di geriatria. Forse questo è uno dei segreti dell'invecchiamento.

Orvieto  - Il Duomo
Come sempre però, riposare tra il verde aiuta anche. Sono state giornate faticose e rimane ancora una bella mezza giornata da spendere su uno degli altri gioielli che il nostro paese propone al mondo. Orvieto e il suo duomo. Anche qui devi forzatamente rimanere senza parole di fronte ad un'opera del genere. Una gemma preziosa che sporge dal castone di un anello mirabile, appoggiato sulla larga cima di un monte che si leva dalla pianura circostante. Te lo puoi guardare da lontano, ammirandone le proporzioni ed il colpo d'occhio di insieme, gli archi sottili dei contrafforti che alleggeriscono l'oggetto, assieme alla scansione orizzontale dei bianchi e neri alternati, con la facciata, quasi un coperchio prezioso che suggella un contenitore di meraviglie. Poi ti avvicini per apprezzarne i particolari, i colori, i bianchi dei marmi usati, gli altorilievi che riempiono ogni riquadro, i minuti disegni dei mosaici colorati, sempre più perfetti man mano ti approcci e ne puoi apprezzare le perfezione, come in quelle macchine di visione che restringono man mano il campo fino a mostrarti particolari sempre più minuti, eppur curati come l'insieme tutto. Infine entri a godere di tutto quanto il contenuto ti può dare, una sfilata di opere d'arte dagli autori celeberrimi che pure non ti par vero di poter vedere cosi vicini, tutti insieme, una cappella dopo l'altra. 

Orvieto - Duomo - Cappella Brizio
Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e Luca Signorelli nella cappella di S. Brizio, varrebbero da soli il viaggio, con quei diavoli volanti che ghignano portando sulle spalle i corpi nudi dei dannati. E poi tutte le altre cappelle con dipinti, affreschi, sculture, intarsi lignei, ognuno meritevole di essere guardato ed apprezzato da solo. Lasciate un ultimo pensiero nella Cappella del Caporale, alla Madonna dei Raccomandati pezzo notevole del Memmi che dà spunti di riflessione su quello che comunque fa parte della nostra storia, qualcuno direbbe del DNA degli italiani, nel bene e nel male. Insomma c'è di che averne abbastanza, ma anche se il destino di questa visita è comunque solo un mordi e fuggi (e spesso è stata più mordi che fuggi), approfittate almeno del Museo dell'Opera alle spalle del Duomo e spingetevi, anche per vedere quali panorami circondano la città, almeno fino al termine della via principale che la percorre tutta per il lungo, fino al proverbiale Pozzo di San Patrizio, quasi una esperienza mistica che attraverso una discesa agli inferi porrà questioni esistenziali alle vostre ginocchia, provate da una settimana di saliscendi infiniti, perché è inutile recriminare, ma nessuno o quasi, arriva direttamente in Paradiso se non dopo aver, con fatica e dolore aver attraversato il Purgatorio. Allora avrete capito che è venuta l'ora di tornare a casa dopo una settimana memorabile. Grazie amici!
Orvieto  - Il Duomo - Interno


SURVIVAL KIR

Orvieto - Il Duomo  - La facciata
Todi - Un'altra cittadina da non perdere. Passeggiare, passeggiare passeggiare. Godersi i palazzi: Comunale, del Popolo, del Capitano, dei Priori, forse il più suggestivo e i tanti altri minori sparsi per la città. Le chiese, almeno il Duomo nella bella piazza del Popolo con la sua scalinata e San Fortunato con la sua magnifica facciata e la tomba di Jacopone. Infine le mura e i balconi sulla valle di Piazza Garibaldi. In mezza giornata non potrete avere di più.

Orvieto - Città murata aggrappata alla cima del colle che racchiude una serie di monumenti davvero importanti. Se vi limitate al Duomo, pensate di spenderci almeno un paio d'ore. Ogni cosa all'interno ed all'esterno va assaporata con pazienza. Non perdetevi nulla e approfittate anche del Museo nel retrostante palazzo dei Papi, con la sua raccolta di nomi altisonanti. Come giunta ricordate il proverbiale Pozzo di S. Patrizio (62 metri e € 5/ 3,50 i ridotti) e l'ennesima Fortezza di Albornoz.

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Hotel Villa Luisa -  via Angelo Cortesi 147 - Todi. Piacevole albergo 3*, nel verde anche se un po' fuori città, occorre l'auto per andare in centro. Camere normali e ben dotate. Free wifi e ottima colazione. Ampia piscina. 75 Euro la doppia. Molto silenzioso, dispone di ristorante. Personale gentile e disponibile.
Orvieto - Pozzo di San Patrizio

Ristorante Pane e vino - Via Ciuffelli 33 - Todi - All'apparenza trattoria rustica, è invece un ristorante di una certa qualità con ampia scelta di piatti tradizionali. Oli con bruschette e fave con pomodoro. Poi lunette alla ricotta o risotto di zucca delicato o zuppa ceci e porcini sapida e gustosissima (la consiglio), poi filetto al tartufo, o cosciotto di agnello succulento o stinco di maiale sontuoso. Dolci, crescionda inclusa. Tutto senza enfasi come si conviene ad un ambiente di tono casalingo ed amichevole Calcolate 30/35 euro, ma uscite soddisfatti.

Umbria - Da una balconata di Orvieto









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