martedì 13 novembre 2012

OGM al rogo!

dal web - Al rogo al rogo!
Bastano pochi fatti per capire dove sta andando un paese. E' sufficiente esaminarli un attimo, anche solo elencarli per capire che non serve chiedere come mai non si investe più nella ricerca o nell'istruzione. Quando prendi una deriva, vuol dire che questa è la strada che si intende seguire, questo è il futuro che hai davanti. A questo punto non serve neanche più che ne parlino i media, non fa più notizia. Ti chiedevi come è possibile che vengano condannati alla galera persone che non hanno allertato le popolazioni di una imminente scossa di terremoto? Ecco che un mese dopo leggi che le genti della Liguria ne hanno abbastanza di essere fatte sgomberare dalle loro case per quattro volte in un mese ad ogni levarsi di vento. Ma dai!? Così il 29 di ottobre si è conclusa un'altra vicenda che bene illustra dove è finita la terra che ha dato i natali a Galileo. Una processione di penitenti teo-bio in saio in fibra naturale, inanellando giaculatorie contro le streghe della ricerca, hanno finalmente condotto al rogo purificatore un gruppo di piante di olivo, ciliegio e actinidia su cui l'università di agraria della Tuscia, conduceva da quasi trenta anni (in pieno campo dal 98) sulla resistenza ai parassiti, per diminuire o azzerare l'uso di antiparassitari. Naturalmente questa medioevale conduzione al rogo sacrificale è solamente ideologica, a me piace immaginarla così, di reale è rimasta invece l'operazione, seguita alle denunce e all'opposizione al rinnovo dell'autorizzazione, fatta da Mario Capanna con la sua "fondazione dei diritti genetici". Non sono stati neppure concessi i pochi mesi che sarebbero stati sufficienti a raccogliere i dati di decenni di studi, tra l'altro fatti con soldi pubblici della ricerca statale, non delle malefiche multinazionali (non quelle molto più grandi come Carrefour e Auchan che si sono lanciate nella grande cuccagna del bio). 

Le piante sono state cosparse di disseccanti chimici, quindi abbattute e il 29 ottobre ammonticchiate e bruciate definitivamente. La pena è stata eseguita tra la gioia dei sacerdoti, la strega OGM è stata bruciata di fronte al pubblico dei pochi giornalisti chiamati a inneggiare al grido di deus vult, anche se poi gli stessi hanno giudicato la notizia così poco rilevante da non farla neppure comparire se non su qualche giornale specializzato e giustamente inorridito, come l'Informatore agrario. Solo l'Accademia dei Georgofili, la SOI (Società di ortoflorifrutticoltura), l'UNASA (Unione scienze applicate allo sviluppo dell'agricoltura), sigle desuete e sconosciute al pubblico, ormai osannante di saloni del gusto e terre madri e figlie, seguaci del business gastrofighetto e i buoni amici delle multinazionali che si sono buttate a pesce nel grande affare del bionaturalorganickilometrozero. Vicino al Prof. Rugini che ha sottolineato la perdita definitiva di dati unici che la ricerca stava portando avanti e che difficilmente saranno riproducibili, non mi rimane che assistere tristemente al bel rogo purificatore, alla faccia della ricerca pubblica e del buon senso, i cui colpevoli e responsabili non sono solo i Savonarola stralunati che brandiscono le torce, ma anche il Ministero, ben attento a non scontentare costoro e le organizzazioni agricole che avendo capito da tempo dove tira il vento sono totalmente disinteressate a qualunque discorso di innovazione e ricerca. Mala tempora currunt. Si comincia sempre bruciando i libri, si finisce con votare grilli e locuste.



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4 commenti:

Juhan ha detto...

Post bellissimo (la chiusura finale mi sa che la uso anch'io, citando la fonte).
Molto meno bello quello che racconti, il fatto specifico e il clima culturale.

Anonimo ha detto...

Caro Enrico,Vorrei tanto essere una potente agenzia pubblicitaria e dare gratuitamente largo risalto a TUTTI i tuoi post sull'argomento OGM.Purtroppo mi devo limitare al passa perola.(mio fratello ti adora)GML

Enrico Bo ha detto...

@Juhan - Citate citate qualche cosa rimarrà (anche senza fonte)!

@Caro Gian - Pensa che mi ha ringraziato anche il prof.Rugini che il 27 novembre sarà in Parlamento per restituire una onorificenza scientifica al Presidente della Repubblica che gliela conferì 5 anni fa. Cercherò di parlarne.

fabristol ha detto...

Condivido in pieno. ormai non ne parlo neppure io nel mio blog perché mi pare quasi inutile, come Don Chichotte contro i mulini a vento

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