sabato 23 luglio 2011

La fontana di Trevi.

L'estate fa scendere sulle cose una sottile mano di pigrizia, come un decoratore che passi una vernice trasparente e protettiva sullo steccato del giardino, quasi a difendere un'intima voglia di far niente. Tutto si adegua a questa china, cominciando lieve alla fine di giugno per precipitare poi ad agosto nella totale abulia di corpi e menti. La televisione si adegua per prima a questa linea e ripesca a piene mani nel calderone delle cose morte e inguardabili, con acquisti massicci dalla televisione tedesca o nordica in generale. Qualche volta ed è la salvezza, ripesca nell'infinita produzione dei film d'annata e ricompare, come un frutto insperato tra il marciume del sottobosco qualche fragolina profumata ad esempio dalla serie dei film di Totò. Uno dei miei preferiti è quello in cui tentano la vendita della fontana di Trevi al turista di passaggio. E' un topos famoso ma sempre irresistibile quella del pacco rifilato al maccus di turno delle Atellane, personaggio che non ci è per niente simpatico e che anzi vediamo gabbato con piacere perché in fondo è certo che se lo merita, oltre che ignorante è sicuramente di poco valore e i soldi deve averli fatti senza merito. 

Uno dice, beh, sono situazioni che vengono esagerate per dare divertimento proprio grazie alla loro estremizzazione. Mica vero, in realtà se si vuole guardare con attenzione i fatti di tutti i giorni, non è difficile ritrovare continue ripetizioni degli stessi eventi apparentemente incredibili. Partendo dal post di ieri, dove ho voluto evidenziare il fatto che sarebbe bene anche indagare come vengono spesi i soldi della ricerca, voglio anche oggi tornare a parlare di economia, argomento importante ancorché noioso. Infatti il cardine di queste giornate convulse per i mercati è stato il salvataggio della Grecia, banco di prova della capacità dell'Europa di fare fronte al più potente attacco all'Euro che sia mai stato fatto. Per una economia esangue come quella americana devastata da un decennio di errori politici con i conseguenti risvolti economici che hanno incrinato la stabilità mondiale, l'euro è un potente avversario, la cui debolezza, se sfruttata, potrebbe contribuire forse a salvare i conti della prima potenza mondiale. L'incapacità di trovare una vera unione politica, minata dai particolarismi nazionali sta dando una mano notevole ad andare in questa direzione e la speculazione lo ha capito molto bene. 

Il noto detto che se il mercato crede che tu abbia un problema, tu hai un problema, è sempre valido, ancor più in questa situazione. Comunque stavolta pare che si sia riusciti a convincere la Merkel che il salvataggio greco conviene soprattutto alla Germania stessa e il resto dei riottosi nordici ha dovuto obtorto collo, accodarsi. Qualcuno però, come sempre, ha voluto distinguersi. Qualcuno, i Finlandesi, probabilmente consigliati dalle stesse teste fini, scelte tra i ricercatori economici di cui vi ho parlato ieri, hanno dichiarato che in fondo la Grecia possiede un patrimonio naturale ed artistico notevole e che quindi, come riportano i giornali, avrebbe dovuto dare in garanzia del prestito, alcune isole e soprattutto il Partenone e le rovine di Olimpia, valutando il pacchetto a circa 300 miliardi. Se questo è l'andazzo, ragazzi, possiamo comprare i nostri BOT di futura emissione più a cuor leggero e cominciare a preparare i nostri ganci vicino al Colosseo e agli Uffizi. Alla fontana di Trevi direi di no, magari hanno visto il film. Recita la Stampa che attualmente il governo finlandese è in mano ad una destra che si potrebbe definire Leghista. Non avevo dubbi.


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