venerdì 27 marzo 2009

Venerdì o sabbath? (quinta giornata)



Il Monte degli ulivi è tutto un ribollire di genti che passano da un luogo all'altro, una processione senza fine che va dalle cupole dorate della chiesa ortodossa agli ultramillenari ulivi dell'orto del Getsemani. Un amico di cui vi parlerò domani, sta organizzando una clonazione di un milione di alberelli di ulivo all'anno provenenti direttamente da questi alberi, da far arrivare ai cristiani di tutto il mondo. Il business non si ferma mai, ma se ha un risultato utile, perchè no? Ne riparleremo. Poi entrando dalla porta dei Leoni, è ancora Gerusalemme, facendosi largo tra i mussulmani che stanno andando alla spianata delle Moschee. Oggi è venerdì, tocca a loro; la città è percorsa da un fremito islamico. Le famigliole se ne vanno a pregare, le ragazze sul velo esibiscono paillettes, i posti di controllo dei militari israeliani sono più rigidi e frequenti. Si alza forte la voce dei Muezzin, ora tocca a questa lingua di essere ascoltata lassù. Il souk è in fermento esalando odori di spezia, colori di frutta, sapori di kebab e falafel in ogni angolo. Che voglia di normalità. Si percorre adagio la Via Dolorosa, dalla Flagellazione all'Ecce Homo, lungo le stazioni della Via Crucis, tra piccole cappelle mescolate ai negozietti di vestiti o di casalinghi, una commistione millenaria che concentra gli affari dove transitano i pellegrini. E' storia di ogni mondo e di ogni epoca. Fino all'apoteosi del climax del Santo Sepolcro di cui ho già detto. Città di occidente coi sentori dell'oriente, città di religione con la sua concentrazione di preghiere, di devozione e di luoghi simbolo, città di guerra con le sue insanabili divisioni, mantenuta stabile con le armi, impugnate o anche solo mostrate ad incutere timore. Poi a poco a poco scende di nuovo la sera, mentre ci godiamo una delle più belle viste della città illuminata dalla terrazza di un collegio francescano, che naturalmente ha tra i suoi allievi almeno la metà di mussulmani. La festa dell'Islam è finita e con il calar del sole comincia il Sabbath ed è allora festa per un'altra fetta di città. Che complicazione. Qui l'affare si ingrossa, perchè gli ebrei sono parecchio osservanti. Vanno ancora ad augurare la buonanotte al loro Muro e poi via di corsa al riposo sabbatico. Già in albergo la qualità dei servizi cala vistosamente, a cena, presenza minima e cibarie approssimative. Tutto si ferma per 24 ore e tutto diventa buio, non si deve neanche accendere la luce. Lo sapevate che c'è un ascensore apposta per ebrei che, al sabato, parte e ferma automaticamente ad ogni piano, in quanto schiacchiare il bottone è considerato lavoro?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Adesso capisci perchè sono strenuamente filo occidentale ed ateo?
Quella dell'ascensore è bella, eh?
Dottordivago

Anonimo ha detto...

Grazie, grazie, grazie!!
Grazie della tua onestà intellettuale...
Giuliana

Enrico Bo ha detto...

@Doc - capisco, capisco, ma guarda che in occidente si vedono le stesse cose, credo che certi comportamenti siano propri dell'uomo non delle singole culture.
@Giuliana - cerco di essere onesto, ma che fatica a non schierarsi, a cercare di vedere e tentare disperatamente di capire. L'uomo è una bestia stranissima.

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