sabato 17 gennaio 2009

Astrazione o astrattismo?

Capire l'arte è difficile, capirla per un non specialista come me, lo è ancora di più. Così ieri mi sono avvicinato alla importante mostra di Vercelli su Pollock e l'espressionismo astratto col timore di cadere nei luoghi comuni che 'sta roba la faceva anche mia figlia all'asilo. Certo, l'aiuto di una guida coltissima è stato fondamentale, ma non si può negare che capire è difficile, è difficile, è difficile! Non si può negare sicuramente che l'action painting di Pollock (più che i campi di colore di Rothko) dia una potente sensazione di forza creativa, un senso duro di ribellione, di movimento on the road, ma quando esci, un po' di dubbio rimane. Una cosa è certa, che non è possibile in alcun modo commentare o cercare di capire tutti i movimenti artistici del novecento successivi all'impressionismo, se non si sono ben compresi tutti quelli che li precedono e che ne sono le necessarie matrici, senza le quali non avrebbero potuto essere concepiti ed a cui fanno riferimento. Rafforzato da questa certezza, in compagnia dei cari amici che ci hanno voluto con loro, abbiamo potuto meditare su questi concetti davanti ad un risotto all'armagnac con coscie di quaglia che ha risolto tutti i dubbi in proposito. Anche e soprattutto a questo servono gli amici. Per questo la nebbia del ritorno ci è stata lieve. Comunque, per completezza di astrazione vi aggiungo due disegni che mia figlia aveva fatto all'asilo (periodo dell'action painting e periodo dei campi di colore). Non nell'ordine giusto, tanto per confondervi un po', così senza malizia.



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