domenica 13 luglio 2008

Un vecchio bar

Mezzanotte era già passata da un po'. Il vecchio bar era quasi vuoto. Le tre lune di Plautus erano scomparse da più di un'ora e si vedeva soltanto la grande falce del grande pianeta, alta nel cielo o bassa (sulle stazioni spaziali il concetto di alto e basso è piuttosto relativo). La clientela era diminuita in modo drastico da quando avevano aperto il buco transpaziale di Aldebaran e da qui ormai passava solo un traffico locale, qualche turista alternativo e dei tipi strani a cui Enrico non faceva mai domande. Erano quasi quarant'anni che gestiva quel locale; certo le pareti avevano visto tempi migliori e Kryptiak se ne era andata da più di dieci anni ormai. Lui aveva sempre chiuso un occhio sulle sue scappatelle, ma quella volta, con quel Denebiano così volgare, non ci aveva più visto.

Va bene che con tutte quelle braccia e quelle estroflessioni mobili faceva sognare tutte le donne, ma quando lei era rientrata dal portello principale con quella luce negli occhi....Era stata una scenata memorabile! Poi lei aveva fatto un pacco sottovuoto delle sue cose ed era sparita. Un tizio di Deneb IV gli aveva detto che stava sulla quinta luna di Vega 2 e che era ingrassata molto. Non c'era più stata nessun altra da allora. Non che passassero molte ragazze dalla stazione. La signora Li aveva anche chiuso il bordello da tre anni e si erano trasferiti anche i Pradip, gli indiani del negozio di commestibili. Una volta avevano roba da tutta la galassia, dall'anno scorso non si trovavano neanche più le radici di Alfa Gemini! Lui ormai serviva solo più hamburger di proctosauro di Horf, ma in realtà erano canidi di Plautus che un trafficante anfibio gli procurava già macellati e tutti facevano finta di non sapere, tanto non c'era altro. La realtà è che anche Enrico non ne poteva più della stazione, dei denebiani e di quella vita. Al tavolo in fondo, quei brutti ceffi di Capella ordinarono l'ultimo giro di birre ruttanto da tutti gli orifizi e meno male che ne avevano solo una decina. Quanto puzzano quelli di Capella! E dire che aveva già buttato fuori nel pomeriggio un gruppo di turisti di Beta Cygni.

Con la storia che hanno cinque sessi, le loro scampagnate finiscono sempre a botte. Poi anche l'ultimo tavolo, tre gasteropodi di Aldebaran, si vuotò. Se ne erano andati strisciando appoggiati l'un l'altro, ubriachi fradici e avevano lasciato un sacco di bava per terra come al solito. Enrico chiuse il portellone e cominciò e cominciò a pulire e a riordinare. Quando arrivò al tavolo dove si erano parcheggiati tutto il giorno quegli otto octapodi di Lybra gli venne una rabbia da spaccare le sedie. Con la solita scusa che hanno la digestione esterna avevano steso le budella ad asciugare sul tavolo e se ne erano andati senza neanche far finta di pulire. Ormai il muco era duro e appiccicoso come un mastice. Gli ci volle un'ora di fiamma ossidrica e laser per pulire tutto. Quando ebbe finito si sedette sulla poltrona e disse: adesso basta! Il giorno dopo, senza salutare nessuno (ma chi c'era ancora in quella stazione) se ne andò a vendere giornali a Voghera; un lontano nipote era morto lasciandogli la licenza di un'edicola in eredità. Lì almeno manco sospettavano l'esistenza degli octapodi d Lybra; al massimo il problema principale avvertito erano i Rom.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

enrico, un racconto cosi' al giorno... non chiedo di più! :)

Enrico Bo ha detto...

sei sempre gentile , ma un lettore al giorno, anche se qualificato, si fa fatica, meglio a voce....e.

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